Il lavoro nei campi e l’allevamento costituiscono le attività principali delle popolazioni del Ciad; da esse dipende l'autonomia alimentare e quindi la loro sopravvivenza. Un raccolto andato male, una stagione con piogge scarse, un pascolo bruciato dal fuoco hanno una ricaduta diretta sulla vita di questa gente.

Non si può non essere contadini in Africa! Tutti lo sono un po’ e a maggior ragione negli ambienti rurali. Anche il prefetto e il sindaco sono contadini e vivono più delle risorse della terra che del lavoro amministrativo. L’agricoltura costituisce per tutti il cardine attorno al quale ruotano le altre attività. Per questa ragione, all’arrivo delle piogge, la popolazione si riversa nei campi: chi ha i buoi è più fortunato e riesce a preparare la terra velocemente e con minor fatica. Gli altri si arrangiano con gli strumenti manuali; alcuni riescono ad affittare gli animali e l’aratro per qualche giorno. Al termine della semina, si ritorna alle altre attività complementari, per chi ne ha. Il sarto ripara i pochi vestiti o confeziona gli abiti delle donne su macchine per cucire a pedale, il mugnaio fa partire il suo marchingegno di produzione cinese. Il rumore si sente a distanza: è il segnale che le donne aspettano per inviare uno dei figli a far macinare i cereali, con cui si prepara la polenta quotidiana. La pesca, la vendita di legumi, il commercio di frittelle o di frutti di stagione sono attività temporanee e di contorno all’agricoltura, ma pur sempre fondamentali nel contribuire all’economia famigliare.